“Grido di disperazione ed ammonimento all’umanità sia per sempre questo luogo, dove i nazisti uccisero circa un milione e mezzo di uomini, donne e bambini, principalmente ebrei, da vari paesi d’Europa”.
Qui, tra i boschi della Polonia meridionale occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, bellezza delle foreste e bruttezza dell’animo umano si sono uniti in un surreale abbraccio, qui attorno Madre Natura continua ancora oggi imperterrita a mostrare le sue maestose meraviglie, qui dentro l’uomo ha mostrato il peggio di sé, e tutto quello che qui l’occhio può vedere parla di crudeltà, di annientamento, di morte, di buio.
Qui, ed in tanti altri luoghi nel cuore dell’Europa, la ragione ha per lunghi anni perso la via, assoggettando cultura, arti, scienze e tecniche all’odio più cieco e crudele, lasciando tracce inequivocabili di quanto ogni uomo possa diventare, in pochi attimi, il peggior nemico di sé stesso.
Qui i “buoni” hanno rinunciato all’azione, lasciando trionfare il male e macchiandosi di tutto il bene che hanno deciso di non fare. E se è vero che ognuno ha in sé inferno e paradiso (Each of us has heaven and hell in him – The Picture of Dorian Gray, Oscar Wilde), è proprio da qui – dall’inferno in terra – che deve partire il nostro viaggio, nel tentativo se non di scoprire il perchè, almeno di capire cosa è realmente accaduto.
“La Memoria rende liberi”