Il 15 settembre 1935 a Norimberga erano già state poste le basi per l’attuazione delle più importanti misure antisemite:
- La legge per la protezione della purezza del sangue e dell’Onore tedesco, che per esempio proibiva i matrimoni e le relazioni sessuali tra Ebrei e Tedeschi;
- La legge sulla cittadinanza del Reich, nella quale gli Ebrei venivano definiti sudditi.
Il 14 novembre 1935 i Nazisti così definiscono un “Ebreo”:
- Chiunque, con due nonni Ebrei appartenesse alla Comunità Ebraica al 15 settembre 1935, o vi fosse entrato successivamente;
- Chiunque fosse sposato con un “Ebreo” dal 15 settembre 1935;
- Chiunque discenda da un matrimonio o relazione extraconiugale con un Ebreo, dal 15 settembre 1935.
Questi erano alcuni dei principi seguiti per l’identificazione degli appartenenti alla “razza ebrea”.
Ma gli Ebrei non erano gli unici a “inquinare la razza ariana” secondo i nazisti: c’erano anche i Sinti e Rom (zingari), gli omosessuali, i dissidenti politici, i malati, i disabili… in generale, tutti i “diversi”!
Una volta definiti e identificati, essi andavano cercati e stanati, e a tale scopo il processo di ricerca e successiva deportazione era ben strutturato, e seguiva una logica di coinvolgimento e sottomissione della massa che si può così riassumere.
- RICERCA ED ESCLUSIONE
Tutti gli appartenenti ai gruppi così definiti, venivano identificati pubblicamente, e destinati inizialmente all’esclusione e all’emarginazione sociale ed economica. - PROPAGANDA ANTISEMITA
La propaganda nazista quindi stereotipava i gruppi esclusi, dipingendoli e mostrandoli come parassiti, sub-umani o comunque fonte di ogni male e stortura nel mondo. Questo ritratto odioso veniva diffuso con tutti i mezzi di comunicazione, eventi pubblici e messaggi pubblicitari; - IL CONTROLLO DELLE ISTITUZIONI CULTURALI
Il controllo assoluto delle istituzioni culturali diede ai nazisti la possibilità di divulgare la propaganda antisemita, dando al tutto una connotazione culturale completamente fasulla; “L’EBREO ERRANTE” (Der ewige jude) fù una mostra tenuta a Monaco nel 1937, dove furono dipinti e rappresentati gli Ebrei come ratti, portatori di malattie, da smascherare e sopprimere perchè nocivi alla società Tedesca. - PROPAGANDARE IL GENOCIDIO
La maggior parte dei Tedeschi, seppur passivamente, accettò la discriminazione degli Ebrei, e tutte le misure adottate crearono contro di essi un’atmosfera di generale diffidenza, se non di violenza esplicita. Demonizzare gli ebrei quindi servì a preparare la popolazione Tedesca a misure più dure, come le deportazioni e, alla fine, il genocidio.
Grazie a tutto questo, all’aperta collaborazione da parte di molti governi alleati (e persino di alcuni territori conquistati), ed all’appoggio di grandi aziende anche americane come l’IBM, i nazisti riuscirono ad arrivare alla compilazione di interminabili liste della morte, con tanto di nomi ed indirizzi di persone da deportare.
FONTI:
- https://it.quora.com/Come-facevano-i-nazisti-a-riconoscere-chi-fosse-ebreo-o-che-comunque-avesse-origini-ebraiche
- https://encyclopedia.ushmm.org/content/it/article/defining-the-enemy
- http://www.treccani.it/enciclopedia/karl-adolf-eichmann/
- http://archivio.casadellaresistenza.it/archivi/sites/default/files/archivio_documenti/Sonnino_La%20conta%20degli%20ebrei.pdf