Mengele, l’angelo della morte

Josef Mengele fu un medico membro delle SS, diventato tristemente famoso per i suoi terribili esperimenti sui bambini prigionieri di Auschwitz, tanto da guadagnarsi i soprannomi di “angelo della morte” e “angelo nero”.

Firma di Joseph Mengele
Firma di Joseph Mengele – www.auschwitz.org

Mengele non era un criminale isolato, alle sue spalle aveva l’intera comunità scientifica tedesca che vedeva in lui un brillante ricercatore e che lo appoggiava convintamente.

Sin dalla sua prima tesi di laurea (in filosofia) per poi proseguire lungo tutto il suo percorso “professionale” (seconda laurea in medicina, tre anni dopo la prima) si mostrò interessato alle differenze morfologiche tra diversi gruppi razziali, e si convinse che la genetica potesse dare un contributo decisivo al mantenimento della purezza della razza ariana.

Joseph Mengele
Joseph Mengele – Auschwitz Birkenau Memorial and Museum – www.auschwitz.org

Arrivato ad Auschwitz nel 1943, si prodigò in un gran numero di esperimenti, convinto di riuscire a trovare grazie i segreti dell’ereditarietà.

Ogni giorno i prescelti (quasi esclusivamente rom, sinti ed ebrei) dovevano sottostare ad esperimenti, prelievi del sangue, iniezioni di farmaci ed interventi chirurgici eseguiti senza anestesia, che potevano prevedere la rimozione di organi, o l’amputazione di parti del corpo. Famose divennero gli esperimenti sugli occhi dei malcapitati, aventi lo scopo di cambiare il colore originale dell’iride.

Mengele si occupò, tra le altre cose, della tendenza dei rom a contrarre la stomatite gangrenosa, il che gli fece pensare di aver trovato in loro una predisposizione razziale alla malattia, ma dopo una lunga serie di test ed esperimenti, egli finì col comprendere che la vera causa era un’infezione dovuta alla malnutrizione.

Ragazza ungherese di 10 anni, liberata a Birkenau dall'Armata ROssa il 27 gennaio 1945 - Auschwitz Birkenau Memorial and Museum - www.auschwitz.org
Ragazza ungherese di 10 anni, liberata a Birkenau dall’Armata Rossa il 27 gennaio 1945 – Auschwitz Birkenau Memorial and Museum – www.auschwitz.org

Mengele riservò particolari attenzioni soprattutto ai gemelli, esiste la documentazione di circa 700 coppie, spesso bambini, “studiate” da lui. Ci teneva molto ad eliminarli sempre “insieme”. La morte accidentale, per esempio a causa di una malattia, di uno solo dei due, per Mengele era fonte di grande “contrarietà”.

Una delle storie più terrificanti è senz’ombra di dubbio quella delle sorelle Bucci, Andra e Tatiana, e del piccolo Sergio De Simone, nato a Napoli e morto in Germania, che fu tratto ferocemente in inganno dall’angelo della morte. Furono catturati con le loro famiglie a Fiume una notte del 1944, e inizialmente imprigionati alla Risiera di San Sabba, per poi essere trasferiti ad Auschwitz. Qui, il 4 Aprile del 1944, Mengele stava selezionando delle cavie, e con la frase : “Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti”, trasse in inganno numerosi bambini, tra cui il piccolo Sergio, che venne trasferito nel campo di concentramento di Neuengamme su indicazione del dott. Joseph Mengele. Dopo aver subito esperimenti sulla tubercolosi, il 20 aprile del 1945, venne ucciso nei sotterranei della scuola amburghese di Bullenhuser Damm insieme agli altri bimbi e ai loro accompagnatori.

Bambino liberato ad Auschwitz
Bambino liberato ad Auschwitz – Auschwitz Birkenau Memorial and Museum – www.auschwitz.org

FONTI:

La Memoria rende Liberi - ISIS Europa